Fino ai primi del ‘900 gli stivali e il vestiario erano realizzati dagli stessi militari con materiali forniti dal governo. Dopo la guerra russo-giapponese (1904 -05) si decide di abbandonare questo sistema. Nel 1909 la produzione è affidata da privati esterni sotto la teorica supervisione del servizio amministrativo delle forze armate. Gli ufficiali continuano a provvedere alle proprie uniformi rivolgendosi alle sartorie della grandi città, pertanto la qualità dei loro prodotti era migliore.
I cosacchi, che rappresentano una unità a cavallo irregolare, provvedono al proprio abbigliamento che riflette quello indossato tradizionalmente.
La Milizia Imperiale era vestita dal governo locale. L’unica prescrizione comune era un vestiario uniforme, con controspalline scarlatte e la “croce della milizia” portata sul berretto.
Già da queste poche righe introduttive si capisce quanto varia fosse la quantità di uniformi a disposizione dei soldati russi al principio della guerra nel 1914. In questa sede ci si limiterà a descrivere quei capi che venivano indossati in combattimento tralasciand tutte le variabili apportate alle uniformi da parata.
Nel 1907 viene introdotto il colore kaki, tonalità verde oliva chiaro, come colore dell’uniforme di servizio. Con i lavaggi e l’usura il kaki sarebbe sbiadito fino a diventare bianco.
Fino al 1912 a sottoufficiali e truppa era stata assegnata una variante della giubba da ufficiale. La giubba ad un solo petto era in lana per l’inverno e cotone per l’estate con cinque bottoni in metallo o cuoio. Aveva due tasche interne mentre non presentava le due tasche al petto presenti nella divisa da ufficiali. Il colletto rigido era stretto da due gancetti. I paramani erano arrotondati. Benché questo capo non fosse più ufficialmente in uso verrà indossato per tutta la durata della guerra.
Il capo di vestiario quasi universale durante il conflitto era la camicia-giubba che si infilava dalla testa (gimnasterka), basata sulla sopravveste dei contadini ed indossata fuori dai pantaloni con gli stivali fino al ginocchio e berretto dotato di visiera.
Le varianti della giacca giubba erano diverse realizzate da produttori esterni e interni al reggimento. Queste varianti si distinguevano per l’aggiunta di tasche sul petto o per la posizione della chiusura frontale. Normalmente vi erano cinque piccoli bottoni di corno o di metallo.
Le controspalline mostravano il grado, l’arma o la specialità, il numero identificativo dell’unità e altre informazioni. Erano reversibili, con un lato color kaki e l’altro del colore appropriato. Erano portate sia sulla giubba che sul cappotto.
Con il brutto tempo veniva indossato il pastrano (sinel) Fig. 1, un berretto di lana tipo astrakan (papacha) Fig. 2 e un cappuccio a forma conica che copriva anche il collo come uno scialle (bashlyk).
Il pastrano era confezionato in panno grigio-blu per gli ufficiali, in lana grezza grigio-marrone per i gradi inferiori. Per i soldati appiedati il cappotto arrivava a metà fra ginocchio e caviglia.
Il berretto con visiera era disponibile nella versione colorata e di servizio. Quest’ultimo era di colore kaki con tesa nera che veniva colorata di verde sul campo. Gli ufficiali e il personale a cavallo aveva il sottogola, glia altri no. La tonalità colorata per i soldati appiedati era il verde scuro. Numerose erano le varianti legate al reparto e alle specialità. Coccarde in metallo pressato erano fissate alla parte frontale della fascia del berretto.
Armi leggere
Il fucile standard della fanteria russa era il Mosin-Nagant mod. 1891 da 7,62 mm (Fig. 1), con otturatore girevole-scorrevole e un servatoio fisso da cinque colpi. Le varianti del modello base per la fanteria erano il dragoonskaya (Fig. 2), più breve e leggero e il kazachya, che era identico al primo ma privo di baionetta. Agli artiglieri fu distribuita la carabina Mosin mod. 1908.
Grande impiego viene fatto dei Mannlicher mod.1895 da 8 mm catturati agli austro-ungarici. Una fabbrica viene riconvertita per produrre le munizioni adatte.
La baionetta mod. 1891 a sezione cruciforme, lunga 43 cm, era sempre portata inastata e senza fodero.
Equipaggiamento individuale
Nel 1912 l’equipaggiamento da campo per ufficiali era basato su una cintura marrone tipo Sam Browne, con due bretelle verticali sul davanti incrociate sulla schiena. La spada pendeva sul fianco sinistro, Sulla bretella sinistra era fissato un fischietto per dare ordini, sul lato destro una fondina da pistola. Borse, portamappa e binocoli, spesso acquistati privatamente, completavano la dotazione.
L’equipaggiamento di sottufficiali e truppa consisteva in una cintura di cuoio che sosteneva giberne per munizioni da 30 mm su entrambi i lati della fibbia e, su quello destro, una pala da trincea con la maniglia rivolta verso il basso.
Appeso alla spalla destra c’era una sacca di tela che conteneva indumenti, cibo e altri effetti personali. Il pastrano veniva arrotolato e trasportato sulla spalla sinistra con un paio di stivali di riserva e il cappuccio infilati all’interno.
Una borraccia di alluminio per l’acqua e la gavetta di forma ovale erano invece appese alla spalla destra. Ogni uomo trasportava la sesta parte di una tenda e i suoi pali di sostegno fissati al rotolo del pastrano.
Il peso di tutto l’equipaggiamento comprese le munizioni si aggirava intorno ai 25 kg.
Novità introdotte dalla guerra
Grazie al suo disegno funzionale l’uniforme da campo introdotta nel 1914 non subisce durante il corso della guerra importanti cambiamenti. Le innovazioni riguardano per lo più le spalline indicanti i gradi e alcune forme di mimetismo come la rinuncia alla spada ad opera degli ufficiali. Gli ufficiali stessi decidono sovente di indossare la camicia-giubba del soldato perché più pratica. Un’altra moda consisteva nel rimuovere il rinforzo che dava al berretto la sua forma rigida, per dare al copricapo un aspetto più morbido e simile a quello britannico.
Nel 1916 l’esercito adotta la pilotka (Fig. 1), basato sulla “bustina” in uso nell’aviazione.
1916 vengono importati elmetti di acciaio del modello Adrian francese (Fig. 2) cui viene aggiunto il fregio con l’aquila imperiale sulla fronte (Fig. 3). Altri vengono prodotti direttamente in Russia. Seppur disponibili gli elmetti non videro un largo impiego.
La scarsità di cuoio rende necessaria l’adozione di un paio di stivali alla caviglia, da indossare con fasce mollettiere. Gli unici elementi dell’equipaggiamento introdotti nel corso della guerra sono la maschera antigas, una sacca portamunizioni e una bandoliera in tela con una capacità di 60 colpi.